A come ANSIA

Dietro ogni ansia <<si cela la fantasia sulla “cosa peggiore” che può capitare (Johns, 1988)

L’ansia è una primitiva risposta di sopravvivenza, è un dispositivo di salvaguardia a protezione dell’incolumità personale, un meccanismo naturale presente nella vita di bambini, ragazzi e adulti

Quando questo “meccanismo” che dovrebbe essere di supporto alla risoluzione di un problema , si trasforma in un elemento di disturbo che limita l’autonomia?

La persona attiva il suo Bambino Spaventato a tal punto che il soggetto non è più in grado di discriminare tra ciò che è realmente pericoloso e ciò che non lo è. La paura di esser distrutto o di impazzire autoalimenta i fantasmi ansiogeni. Fantasticando vie d’uscite immaginarie impossibili o deleterie, la persona ha difficoltà a trovare modi con cui supportarsi e per fronteggiare l’ansia. 
La tipica reazione comportamentale è quella dell’evitamento, attuato per sfuggire agli effetti spiacevoli che situazioni o stimoli temuti potrebbero scatenare

Le persone temono l’idea di quando l’ansia si presenterà, si sentono impotenti e intrappolate dal suo incantesimo e gli danno il potere di lasciarsi sopraffare in situazioni nuove, emotivamente importanti o impegnative


Dato che la convinzione è: “le cose andranno male”, tanto vale non mettersi in gioco, col risultato di un’auto-esclusione

L’ansia racconta una storia che la parte cognitiva della persona non ricorda. A un livello profondo la persona prende la decisine di “proteggere il nucleo segreto” mentre il corpo e i sintomi narrano di fragilità e risorse nascosti.

Gestire l’ansia per usarla come risorsa!
Questo è il mio cervello, che mi avvisa di una sfida; questo è il mio corpo che mi prepara per l’azione.

  1. Pensa all’ansia come a un segnale: proprio come la spia del carburante in macchina ti permette di poter continuare a viaggiare con la tua auto senza che ti debba fermare sul più bello, l’ansia ti informa che c’è un problema che deve essere risolto. Per questo è importante determinare cosa sta cercando di di dirti la tua ansia.
  2. Dai un nome all’ansia, ciò che è espresso rimane impresso: nominare le tue sensazioni -e rinominarle- ti consente di elaborare il messaggio che l’ansia vuole inviarti piuttosto che reagire al suo disagio che provi . Il modo in cui etichetti la tua esperienza è al 100% sotto il tuo controllo. Puoi quindi incanalare l’ansia in una risorsa che puoi utilizzare a tuo vantaggio.
  3. Una volta capito il motivo, quindi il significato che ha per te l’ansia e le emozioni che sperimenti riguardo ad essa, hai il potere di sentirti padrone della tua ansia, anche se questa non è gradita. E’ una delle cose più efficaci che puoi fare per limitarne l’escalation.

Mentre un sovraccarico di ansia può essere dannoso, è altrettanto problematico non averne per niente. Una moderata quantità di ansia promuove il funzionamento personale e sociale.
Se capisci cosa sta cercando di dirti l’ansia, non hai motivo di vederla – e trattarla – come un nemico. L’ansia di rispettare una scadenza, ad esempio, può alimentare la concentrazione e l’energia di cui hai bisogno per rispettarla, soprattutto quando sei stanco e incline alla distrazione. L’ansia ti tiene concentrato.

Nelle nostre vite rumorose e frenetiche, l’ansia spesso è l’unico “avviso” utile per richiamare la nostra attenzione.

La speranza nasce dalla consapevolezza di avere il controllo. Invece di essere sopraffatto dalla tua ansia, puoi collaborare con essa. Puoi controllare non solo il modo in cui pensi all’ansia, ma effettivamente cambiare il modo in cui la vivi, dandoti il permesso di riprendere il controllo di te, dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e dei tuoi comportamenti.

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